|
Era il 1656, come ci ricorda la storia, quando la peste imperversò per
tutto il Regno di Napoli, risparmiando solo gli abitanti della penisola salentina. L’evento fu
interpretato in un’epoca in cui trionfante e fondamentale era la religiosità, come una manifestazione
miracolosa in favore dei salentini che senza ombra di dubbio ne attribuirono il merito a San Oronzo.
Da qui possiamo spiegare il fiorire in quegli anni di tantissime chiese, piazze, strade o semplici
altari dedicati alla venerazione del Santo, ancora oggi viva in tutto il
Salento. Il 26 agosto di ogni anno a Diso il Comitato Feste programma un’intera serata di festa che ha inizio dopo
la celebrazione della S. Messa all’aperto vicino alla chiesetta di San Oronzo.
Dalle 21 in poi si apparecchiano i tavoli per la tradizionale sagra di orecchiette e maccheroni, con pezzetti
di carne, peperonata dolce e piccante, pirille e fritture varie. A fine serata si “scazzica” il fuoco
della “Focara” nelle campagne limitrofe, un tempo accesa per allontanare la peste, quando improvvisi fuochi
d’artificio si aggregano alle stelle della volta celeste, rubando loro, per una volta la scena. |
|